Ureshii Hinamatsuri! [Felice Hinamatsuri]

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La maiko Ayano (彩乃), fotografata da Onihide.

Il tre marzo, in Giappone, si tiene il Festival delle Bambole: Hinamatsuri (雛祭り).

La festa risale all’epoca Heian (794-1192), quando si celebrava il terzo giorno del terzo mese nel calendario lunare (corrispondente all’attuale aprile). In quel tempo era usanza festeggiare la primavera fabbricando bambole di carta (hina) sulle quali trasferire, con una cerimonia magica, malattie e sventure che avrebbero potuto affliggere la famiglia. Era la hina-nagashi (bambola galleggiante). Esse venivano poi gettate in un fiume eseguendo riti esorcistici. Ma nel dodicesimo secolo la nobiltà trasformò la festa in un’esibizione di bambole riccamente abbigliate con i costumi della corte imperiale, quale augurio di vita prospera e di un felice matrimonio. Dopo il diciassettesimo secolo l’usanza si diffuse in tutte le classi sociali e con l’adozione del calendario gregoriano la festa, oggi, ricorre il tre marzo.

In questo giorno è tradizione pregare per la crescita e la felicità delle bambine. E’ chiamato anche festival dei fiori di pesco, Momo no sekku, in quanto cadeva appunto nella stagione della loro fioritura sul vecchio calendario lunare. Il cinque maggio invece è il Odomo no hi, il giorno dei bambini. Mentre il giorno dei bambini è una festa nazionale, lo Hinamatsuri non lo è.

Anche le maiko, a volte, partecipano alla cerimonia del Nagashi-bina: si recano presso il tempio e lasciano scivolare nell’acqua del fiume piccole barche con sopra delle graziose bambole. Quella bambola diviene, simbolicamente, la vittima di tutta la sfortuna che potrebbe colpirle in futuro e allontana da loro gli influssi negativi degli spiriti maligni. E’ un rito molto suggestivo da ammirare e da vivere!

Nagashi-bina di MASA Images No.01

Il Nagashi-bina fotografato da MASA Images No.01

Ad esempio, a Kyoto, lo Shimogano-jinja (facente parte del tempio Kamo con il Kamigamo-jinja) celebra il Nagashi-bina (chiamato anche hina-okuri) lasciando navigare dolcemente queste bambole nei fiumi Kamo e Takano e pregando per le bambine.

Nagashi-bina di MASA Images No.01

Il Nagashi-bina di Fukuteru e Fukunami, fotografato da MASA Images No.01

Ho scoperto, con un po’ di delusione, che le piccole barche vengono poi recuperate e riportate indietro, non appena gli ignari spettatori si allontanano.

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Il Nagashi-bina, fotografato da MASA Images No.01

Ma capisco che sia necessario per evitare che finiscano nelle reti dei pescatori, provocando gravi danni. Le bambole vengono quindi bruciate nel tempio, per completare e rendere efficace il rito.

Tutte le famiglie che hanno delle figlie, espongono in casa il hina-ningyō (雛人形) e dedicano alle bimbe i fiori del pesco. Il hina-ningyō è costruito, solitamente, su sette gradini (hinadan) e un basamento, tutti ricoperti da una morbida moquette rossa (mousen).

Oggi si trovano vari tipi di decorazioni, anche di dimensioni ridotte per gli appartamenti meno spaziosi, ma la versione tradizionale ha sette gradini e quindici bambole in legno, delicatamente laccato sul volto e sulle mani, vestite con gli antichi costumi giapponesi in seta e broccato.

Il gradino più alto si chiama Odairi sama. Dairi era la corte imperiale di Kyoto. Odairi sama é una coppia di bambole, maschio e femmina: l’Imperatore (Dairi) e l’Imperatrice (Hina). Nell’est del Giappone, Obina (Imperatore) viene messo a sinistra (guardandolo di fronte dalla parte destra). Invece nell’ovest del Giappone si usa al contrario. Attualmente lo stile dell’ovest é il più usato. Davanti all’Imperatore e all’Imperatrice sono posti due piccoli vassoi laccati a forma di tavolino e, ai loro lati, si trovano due lampade chiamate bonbori. Nel secondo gradino ci sono le tre dame di corte (sannin-kanjyo): non erano soltanto delle ancelle ma le donne in carriera dell’epoca capaci di comporre poesie, esibirsi con vari strumenti musicali e coordinare gli eventi mondani. Cinque musici (gonin-bayashi), disposti sul terzo gradino, suonano antichi strumenti: i figli minorenni degli aristocratici. Se i loro talenti venissero riconosciuti, potrebbero ricevere la carica nella corte imperiale. Al quarto gradino, ci sono il Ministro di sinistra (Udaijin) e il Ministro di destra (Sadaijin). Il Ministro di destra (sulla sinistra guardando dal lato dell’Imperatore) é più anziano e viene rappresentato con la barba, in quanto la sinistra veniva considerata superiore nella cultura della corte imperiale. Tutti e due con una spada e un arco e vengono loro offerti degli Hishimochi. Al quinto gradino troviamo gli Jityo (servitori): sono i governanti del palazzo. Ognuno porta una spazzola, una paletta e un rastrello. Sono chiamati anche i Sannin Jyogo, appaiono vestiti molto semplicemente e hanno un’espressione di pianto, riso e rabbia. Sesto e settimo gradino: gli utensili. Ci sono inoltre piccole parti di mobilia, minuscoli piatti da pasto ed altri oggetti graziosi.

L’altare è decorato con rami di pesco fioriti, simboleggianti la dolcezza e la grazia femminili. Sulla sinistra, viene inoltre messa una pianta ornamentale chiamata Ukon-no-Tachibana (un piccolo albero di mandaranci). Ukon significa appunto la parte destra perché guardando dalla prospettiva dell’Imperatore si trova sulla destra. Sulla nostra destra invece troviamo una pianta ornamentale chiamata Sakon-no-Sakura (albero di ciliegio che può anche essere sostituito con un pesco). Sakon significa sinistra, secondo lo stesso criterio di prima.

Vengono infine posizionati sull’altare dei minuscoli oggetti di uso giornaliero, tipici dell’aristocrazia nel periodo Heian, quali uno specchio, un cesto del cucito, vari strumenti per la cerimonia del tè e anche un carretto (gissha).

Le bambole, ancora oggi, sono ovviamente tutte vestite con gli abiti di corte del periodo Heian. Il costume dell’Imperatrice è il juuni-hitoe (abito a dodici strati). Il juuni-hitoe viene tuttora usato durante le cerimonie di matrimonio della famiglia imperiale. Anche la principessa Masako ha indossato il juuni-hitoe per le nozze con il principe ereditario (nel 1993). In queste occasioni i capelli vengono pettinati all’indietro, nello stile suberakashi, e un ventaglio in cipresso giapponese deve essere tenuto tra le mani.

Le mamme si affrettano sempre a mettere via il hina-ningyō, il giorno dopo il festival. Secondo una superstizione se non lo mettete via presto, dopo il tre marzo, vostra figlia si sposerà molto tardi. L’origine di Hinamatsuri è da cercare in un’antica pratica cinese per mezzo della quale la malattia del corpo e la sfortuna vengono trasferite a una bambola e allora si possono rimuovere gettando la bambola in un fiume che la porterà al mare.

Il hina-ningyō viene tramandato, nella famiglia, di generazione in generazione.

A scuola inoltre le ragazze sono ulteriormente festeggiate e lo stesso fanno i genitori, invitando a casa gli amici. Si preparano, ogni anno, speciali Hishimochi per gli ospiti: tre strati di mochi, uno verde, uno bianco e uno rosa a partire dal basso. Il verde simboleggia la terra dove cresce l’erba. Il bianco è la neve e il rosa richiama il colore dei fiori del pesco. I tre strati rappresentano la natura all’inizio della primavera quando comincia a crescere l’erba verde, sotto la neve bianca, e i germogli di pesco appaiono sulla terra. Secondo un’altra credenza però i tre colori simboleggiano ben altro: il rosa (o il rosso) rappresenterebbe l’allontanamento degli spiriti maligni, il bianco la purezza e il verde la buona salute. Viene anche offerto, a tutti, il sake bianco. E’ lo shirozake, ottenuto mischiando malto al sake. Ha un colore lattiginoso e un sapore dolce e viene preferito, in questa celebrazione, poiché è molto gradito alle fanciulle! E’ apprezzato anche l’arare, un tipo di cracker insaporito con salsa di soia…

Akari o tsukemashou bonbori ni
明かりをつけましょう ぼんぼりに

Ohana o agemashou momo no hana
お花をあげましょう 桃の花

Go-nin bayashi no fue taiko
五人ばやしの 笛太鼓

Kyo wa tanoshii Hinamatsuri
今日は楽しいひな祭り

Accendiamo le lanterne
Sistemiamo i fiori di pesco
I cinque musicisti di corte stanno suonando flauti e tamburi
Oggi è il gioioso Festival delle Bambole!

2 pensieri su “Ureshii Hinamatsuri! [Felice Hinamatsuri]

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